CHIESA DI SANTA MARIA VETERE
Ancora incerto è la data di fondazione di questo complesso monumentale sorto fuori della cinta muraria andriese, non lontano dalla porta chiamata "La Barra". Indubbiamente è identificabile con uno dei conventi menzionati nel 1438 dalla bolla di papa Eugenio IV, che autorizzava il vicario provinciale dei frati minori osservanti a fondare tre conventi, tra cui uno in onore di S. Maria Vetere. Sembra plausibile però che si tratti di un ampliamento di un edificio già esistente, come testimonia il fatto che nel 1419 vi sia stata sepolta Antonia Brunfonte, madre del duca Francesco II del Balzo. Nel secolo successivo il convento fu oggetto di benefici e elargizioni della nobildonna Anna de Salzedo, che volle esservi seppellita e donò il suo patrimonio alla comunità monastica. Il convento era uno dei più importanti della Provincia Monastica di San Nicola, infatti il ministro provinciale dell'ordine vi aveva stabilito la propria sede. Nei secoli XVII e XVIII ospitò una scuola di teologia e un ospedale per gli infermi e svolse un ruolo importante nella vita del borgo circostante, tanto da evitare la confisca che colpì gran parte del patrimonio degli ordini monastici in età murattiana. Solo dopo l'unificazione dell'Italia, nel 1866, il complesso monumentale passò nelle mani dell'amministrazione comunale che vi impiantò un asilo per gli anziani. L'edificio subì trasformazioni radicali che risparmiarono però il pregevole chiostro del 1567, che presenta ancora nelle lunette gli affreschi con scene della vita e dei miracoli di San Francesco.
La chiesa ha una facciata sobria in cui si apre un grande portale sormontato da un finestrone e da una nicchia con la statua di San Francesco in ginocchio; altre due statue raffiguranti Sant'Antonio e San Pasquale Baylon sono presenti in cima sugli spioventi.
L'interno è ad aula unica, anche se è stata ipotizzata una pianta originale a tre navate, di cui quella di sinistra è stata trasformata nel tempo in cappella e quella di destra è stata inglobata nel chiostro. Una lapide ricorda la realizzazione di un controsoffitto dorato, di un nuovo pavimento e di sei altari laterali durante gli interventi settecenteschi, di cui oggi non resta traccia. Ancora presente è invece la bella macchina d'altare in legno dorato del presbiterio, che mostra ai lati dell'edicola centrale due nicchie con le statue di San Michele Arcangelo, sormontate in alto dai busti di San Giacomo apostolo e di santa Barbara e Santa Tecla.
La chiesa è stata restaurata nella prima metà degli anni 1980 con la realizzazione della cappella del Santissimo in cui si trova il bellissimo ciborio ottagonale.
Dal convento di S. Maria Vetere provengono le tavole di un prezioso polittico rinascimentale attribuito ad Antonio Vivarini, oggi conservate in parte presso la Pinacoteca Provinciale di Bari, in parte presso il Museo Diocesano di Andria.