CHIESA DI SAN FRANCESCO
La chiesa di S. Francesco era in origine inserita all'interno del convento fondato dai frati conventuali dell'Ordine Francescano. La chiesa, la cui costruzione inizia probabilmente nella seconda metà del XIII secolo, fu portata a termine nel 1346 ad opera di Bonanno di Barletta.
La storia della chiesa è strettamente connessa a quella dell'adiacente convento. La confisca dei beni degli ordini monastici decisa nel 1809 da Gioacchino Murat, re di Napoli, determinò la chiusura del luogo di culto, mentre il convento nel 1812 fu donato all'Università di Andria e trasformato in palazzo municipale, destinazione che conserva ancora oggi. La facciata ha subito delle trasformazioni ad opera di due figure di rilievo dell'architettura ottocentesca in Puglia: Luigi Castellucci e Federico Santacroce, a cui si deve il rifacimento di altri edifici monumentali andriesi. Il chiostro, in origine affrescato con scene della vita di San Francesco e di santi francescani, ha avuto diversi utilizzi nel tempo, è stato usato come sede scolastica, ha ospitato le famiglie sfollate durante la seconda guerra mondiale, è stato sede di uffici comunali. Attualmente è adibito a contenitore per eventi culturali.
La chiesa fu riaperta al culto nel 1817 e affidata alla Confraternita di Santa Chiara e, successivamente, all'Arciconfraternita dei Servi di Maria Addolorata, a cui si devono interventi di abbellimento e la realizzazione del Cappellone. Nel suo assetto attuale la chiesa si presenta ad aula unica con un apparato decorativo di stile barocco, difficile quindi immaginarne l'aspetto e la pianta originali. Della fase gotica iniziale si conservano infatti solo i due portali e una grande monofora ormai murata su una delle facciate laterali.
I lavori che portarono la chiesa alla sua forma attuale furono intrapresi intorno alla metà del Settecento, per "modernare con nuove fabbriche interiori la chiesa di questo venerabile Convento, ed alzare sopra le vecchie altre nuove fabbriche, per poi partire cappelle, presbiterio, ed altro; e situarci con finimento di stucco". Sopraelevando le murature perimetrali e la facciata della chiesa si dava maggiore slancio verticale all'aula interna, coperta da una volta a botte con lunette in corrispondenza dei finestroni laterali, mentre lungo le fiancate venivano realizzate tre cappelle per lato. La realizzazione di un pavimento in marmo e la decorazione con stucchi e marmi policromi completò la trasformazione dell'edificio. Contestualmente agli interventi di sopraelevazione e di rifacimento interno della chiesa fu decisa anche la costruzione del campanile, affidata nel 1760 al maestro Vito Ieva.