CHIESA DEL CARMINE
Nel 1681 Flavio de Excelsis, ultimo discendente di una nobile famiglia andriese, lasciò i suoi beni in eredità ai Padri Carmelitani. Del suo patrimonio faceva parte la collinetta fuori delle mura, dove già sorgeva la chiesa dedicata alla Madonna dell’Altomare. In questa località nel 1690 furono avviati i lavori di costruzione della chiesa e del convento del Carmine, affidati a maestranze locali che li portarono definitivamente a termine nel 1753. Dopo la confisca del complesso conventuale in età napoleonica la chiesa fu per qualche tempo sconsacrata, per essere restituita al culto nel 1840, mentre l’adiacente convento veniva adibito a Seminario Diocesano e l’intera struttura fu affidata ai Gesuiti, che vi apportarono alcune modifiche e provvidero a ricostruire il campanile che era stato distrutto durante l’assedio dei francesi nel 1799. Attualmente al pianterreno del convento è ospitata la Biblioteca Diocesana.
Il complesso conventuale conserva una indubbia veste monumentale, grazie alla imponente scalinata di accesso e all’ampio terrazzamento, in cui la chiesa si trova in posizione centrale e mostra la facciata scandita da paraste e lesene di stile corinzio, con un portico a cinque archi (tre centrali e due laterali) sormontato da un finestrone. Il portale che da accesso all’interno presenta una pregevole cornice scolpita a motivi floreali, al di sopra del quale è collocata una statua della Madonna del Carmine. L’aula è a navata unica, con volta a botte e sei cappelle laterali, decorata con stucchi settecenteschi. Nel presbiterio spicca l’altare in marmo policromo con il tendaggio di porfido rosso, proveniente dalla chiesa della Trinità del complesso monastico delle Benedettine, demolito in età fascista.