Andria, Cattedrale di Santa Maria Assunta
Tesoro di San Riccardo
Argento laminato, cesellato, sbalzato, fusione; legno intagliato
246x80x24 cm
Gennaro Romanelli, seconda metà del XIX secolo
Croce d’altare a base trapezoidale modanata poggiante su piedi zoomorfi. Al centro vi è lo stemma di Mons. Longobardi, composto da un galero vescovile che incornicia uno scudo coronato recante un leone rampante, un uccello rapace e una stella. Al di sopra della base, incastonato in un elemento vegetale, si imposta la grande croce decorata da motivi fitomorfi a sbalzo con terminazioni lavorate a motivo a volute al cui centro spiccano testine d’angelo.
Dalla croce partono raggi lanceolati. Al centro campeggia la figura del Cristo patiens con il capo nimbato e coronato di spine lievemente reclinato verso sinistra, al di sopra del quale in un cartiglio delimitato da volute vegetali è presente la scritta INRI. Sotto i suoi piedi, un teschio con due tibie incrociate, richiamo simbolico alla “legenda” medievale secondo cui quel teschio rappresenterebbe la tomba di Adamo dove germogliò l’albero, il cui legno fu poi utilizzato per la croce di Gesù.
La croce fu eseguita dall’argentiere Gennaro Romanelli, come indica il punzone G.R presente sulla croce insieme a quello dello stato di Napoli con la croce e il titolo 8.
La croce fa parte di un parato d’altare completo in argento, composto oltre che da questa croce, da sei candelieri per il primo registro d’altare, quattro per il secondo e quattro anfore reggi palma.
Il parato fu donato alla Cattedrale da Mons. Longobardi, vescovo di Andria dal 1852 al 1870.
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